CHIARA MORANDO – CONSULENTE DI CARRIERA

Lo Storytelling per raccontarsi nel mondo del lavoro

Dalla scorsa settimana ho deciso di fare una piccola rivoluzione sul mio profilo Instagram (IG), fedele al fatto che già da qualche mese avevo anticipato che sarebbe cambiato qualcosa ed infatti, così è stato. Cosa è successo?

Per circa una settimana ho deciso di postare dei video per raccontare la mia storia professionale, i cambiamenti che l’hanno caratterizzata fino ad arrivare alla definizione del progetto di Nuove Rotte. Non vi  nego che quest’azione è stata molto faticosa (in termini di fatica, impegno, tempo!), nonché di uscita fuori dalla comfort zone, ma perché l’ho fatto?

Innanzi tutto, per mantenere l’impegno preso con me stessa, che poi prevederà ulteriori step nei mesi successivi con altri progetti in cantiere con la mia pagina IG di @nuoverotteorientamento. Ma poi, perchè credo che oggi sia importantissimo, specie a livello di presentazione professionale, tornare ad imparare come si raccontano le storie e questo, nell’era della comunicazione digitale e dell’attuale evoluzione del mercato del lavoro, viene spesso dato un pò troppo per scontato quando di scontato invece, c’è ben poco. Esistono poi alcuni strumenti che, in maniera più diretta di altri, ben si sposano a questo tipo di scopo, tra cui sicuramente IG, ma non è il solo!

Si parla di storytelling e con esso si intende la pratica nel quale si fa vivere all’altro una sorta di esperienza emotiva attraverso la quale si trasmettono opinioni, storie, racconti, dati idee ed argomenti con la finalità di coinvogere chi ascolta non solo nell’informazione pratica, ma nel vortice emotivo di chi ha vissuto quell’esperienza in prima persona, e che ora la riporta.

Lo storytelling è la più antica forma di comunicazione, nasce e si sviluppa contestualmente al settore della narrativa (specie quella infantile!); i punti principali che lo caratterizzano sono il protagonista, il messaggio, i personaggi chiave, i vari passaggi legati alle criticità da superare e ovviamente, la storia che deve portare ad una morale/lieto fine. Oggi quando parliamo di personal branding parliamo inevitabilmente di storia e di racconti, parliamo infatti di saper raccontare se stessi facendo emergere la propria dimensione professionale.

Capire come ri-costruire la propria storia, capire che tipo di protagonista si vuole essere, capire come volerla argomentare toccando i punti più importanti e poi raccontarla al nostro interlocutore tipo, ha diversi scopi, ognuno che può essere legato ad una finalità differente: commerciale, di marketing, politica, pubblicitaria, o di personal branding, appunto.

Nel caso della ricerca attiva di lavoro o di presentazione del proprio brand legato ad un servizio o ad un  prodotto, la finalità ultima deve essere quella di attirare l’attenzione verso particolari aspetti che noi reputiamo essere interessanti al fine di creare un vero e proprio coinvolgimento finalizzato all’obiettivo che desideriamo raggiungere: ottenere credito per essere considerati per una posizione che si desidera ricoprire, oppure, incrementare le proprie vendite perchè il pubblico trovi interesse non solo nei nostri servizi o nei prodotti, ma trovi un interesse comune in noi, nei valori che trasmettiamo e nel nostro “perchè lo facciamo”.

Una storia efficace è in grado quindi di far immedesimare, di trasmettere sensazioni di affidabilità, concretezza e consapevolezza di sè,  è in grado di riuscire a far cambiare il punto di vista del destinatario per arrivare poi ad un lieto fine (che può essere, ad esempio, lasciare una buona impressione di sè, ottenere una proposta di lavoro oppure, un rinnovato interesse da parte di un possibile acquirente). Quali sono dunque gli aspetti che si dovrebbero sempre tenere presenti nella propria comunicazione, quella online ma non solo? Vediamoli assieme:

Introduzione – Challenge:

Presentazione di sè, del proprio contesto di riferimento e, nel caso della ricerca attiva di lavoro, del proprio “motivo” ad essere li in quel momento a richiedere la propria attenzione. Da non dimenticare: è necessario in questa fase aver bene in mente chi è il nostro interlocutore dall’altra parte, e averne messo a fuoco i bisogni e gli interessi, sia un’azienda o un nostro potenziale cliente.

Svolgimento – Action:

E’il cuore centrale della storia, la parte più importante dove si mette in luce il proprio viaggio, le azioni svolte ed il proprio obiettivo all’orizzonte. In questa parte si evidenziano le principali esperienze, come le si sono vissute ed affrontate nelle diverse circostanze. Vanno fatte emergere attraverso numeri, strumenti ed esempi concreti, le proprie competenze sia tecniche ma anche quelle trasversali.

Conclusione – Results:

E’ la morale della storia, quella dove si ricercano delle connessioni tra ciò che si è fatto e quello che si potrebbe fare per la nuova sfida al quale ci si sta preparando, identificando in maniera chiara i risultati raggiunti e quelli che ancora si vorrebbe raggiungere.

I benefici nell’adottare questa impostazione sono molteplici, a partire dal fatto che è un vero e proprio allenamento su di sè e sulla propria presentazione professionale: una traccia di questo tipo ci aiuta in ogni circostanza a non perdere mai di vista il tipo di obiettivo che desideriamo raggiungere, sia esso di natura “da dipendente” (ad esempio se stiamo impostando il nostro CV o la lettera di presentazione per un’azienda o addirittura un colloquio di selezione), piuttosto che da libero professionita se ci stiamo promuovendo attraverso i nostri canali social.

Oggi in entrambe le circostanze, sempre di più la differenza la facciamo noi e come decidiamo di porci, per questo è fondamentale lavorare parallalamente anche sul proprio atteggiamento e sul tono di voce che desideriamo che accompagni l’intero nostro racconto, a seconda del contesto e di come abbiamo deciso di presentarci che, comunque, dovrà essere sempre fedele ed autenico al 100% al nostro modo di essere, ai nostri interessi ed ai nostri valori, altrimenti, in nessuna circostanza si creerebbe mai una vera e propria sintonia emozionale con chi c’è dall’altra parte.

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