C’è una domanda ricorrente che ci viene posta fin da quando siamo piccoli:“Cosa vuoi fare da grande?” Quante volte, nel corso degli anni, siamo stati attratti da un mestiere piuttosto che da un altro a seconda dei nostri interessi e da quello che in parte ci riusciva bene fare. Siamo cresciuti con la convinzione che, per forza, in un momento della nostra vita dovessimo decidere quale strada prendere, una soltanto, e qualsiasi indugio è sempre stato etichettato come perdita di tempo.
Ma quanto costa scegliere se possiamo nutrire più talenti, anche molto diversi tra di loro?
Comincia così la conferenza TEDx di Emilie Wapnick Career Coach, autrice e “multipotenziale” perché alla domanda “Cosa vuoi fare da grande?”, Wapnick da piccola non sapeva proprio cosa rispondere:
«Il problema – spiega – non era il non avere alcun interesse, ma che ne avevo troppi. Alle scuole superiori mi piaceva l’inglese, la matematica, l’arte, creavo siti internet e suonavo la chitarra in un gruppo punk chiamato “Frustrated Telephone Operator”».
C’è chi nasce con le idee già molto chiare fin da principio e chi invece, come ad esempio Emilie, matura molti interessi diversi, cresce passando da una “ossessione” ad un’altra, acquisendo nuove competenze, appassionandosi ad ambiti lavorativi anche molto lontani tra loro. Le persone come lei non vanno considerate “diverse” perchè hanno difficoltà a trovare un’unica strada, semplicemente sono da considerarsi multipotenziali.
Una persona multipotenziale si può definire eclettica, multidisciplinare, un pò come diversi personaggi noti che nella storia, passata e presente, si sono occupati con successo di diverse discipline. Sempre Emilie fa l’esempio di Galileo Galilei (astronomo, fisico, ingegnere, filosofo e matematico), David Bowie (musicista, attore, poeta, pittore, designer, drammaturgo) e infine Richard Branson (imprenditore, investitore, filantropo).
Potrebbe risultare difficile pensare di costruire la propria carriera professionale basandosi esclusivamente sulla propria multidisciplinarità, tanto più che molte aziende hanno sempre visto di buon occhio l’esperienza professionale costruita in un’unico settore e messo al bando chi non fosse particolarmente “specializzato”.
Ma oggi più che mai, specie con i nuovi scenari del mercato del lavoro, complice anche l’attuale emergenza sanitaria in corso, sarà sempre più cruciale far valere la propria capacità di adattamento, tanto che questa viene vista tra le competenze più significative del 21esimo secolo, oltre alla capacità di sintesi e all’apprendimento rapido. In particolare, la capacità di apprendere continuamente è una delle abilità trasversali più apprezzate a livello globale, non a caso si parla infatti di “competenze liquide”.
Naturalmente, è importante che insieme a queste vi sia anche una buona dose di progettualità e di focalizzazione sul proprio progetto professionale, affinchè si possa far convergere in maniera equilibrata i propri talenti verso il raggiungimento di obiettivi ben definiti. Nel suo libro “Diventa chi sei” Emilie identifica alcuni principali approcci alla carriera di una persona multipotenziale, tra questi:
- L’abbraccio di gruppo: in cui si sceglie un lavoro o un’attività multidisciplinare che abbracci diversi ambiti. Ad esempio, l’esperto in musicoterapia.
- L’alternanza: in cui si sceglie di portare avanti più di una carriera per volta, ad esempio attraverso la forma del part time (la mattina l’amministrativa, il pomeriggio l’insegnante di teatro). Un domani, una di queste potrebbe rivelarsi come la strada “vincente”.
- L’approccio di Einstein: in cui si sceglie di dedicarsi ad un’unica attività full time, ma dove nel resto del tempo libero ci si dedica ad un hobby particolarmente coinvolgente e che garantisce buoni risultati di resa. Ad esempio, l’architetto con la passione per la cucina (magari un domani questa potrebbe essere il trampolino di lancio per un nuovo lavoro).
- L’approccio della Fenice: in cui ci si dedica per anni in un settore specifico, per poi provare a reinventarsi completamente in qualcosa di diverso, ma di appassionante e coinvolgente.
Più strade, dunque, sono meglio di una? Nella sua filosofia Emilie ci insegna a non accontentarci, a non credere che per forza debba esistere una carriera professionale inquadrata in un unico sistema. E’ una filosofia adatta per persone appassionate, che scelgono di abbracciare tutte le possibilità di crescita che la vita può offrire. Per dirla con parole sue:
«A voi dico: abbracciate tutte le vostre passioni. Seguite la vostra curiosità. Esplorate le vostre intersezioni. Abbracciate i vostri moti interiori per una vita più felice e autentica. E forse, ancora più importante, multipotenziali, sappiate che il mondo ha bisogno di noi».
Clicca per vedere il TEDx di Emilie Wapnick: Perchè alcuni di noi non hanno un’unica vera vocazione