E’ recente l’uscita di un articolo su “La Stampa” in cui vengono riportati i dati emersi dall’indagine “Work Force in Europe 2018”, nel quale viene puntato il dito contro l’organizzazione odierna del lavoro.
Secondo l’indagine condotta da Adp su oltre 10 mila lavoratori nel Continente, di cui 1300 dipendenti solo in Italia, il 32% dei nostri lavoratori connazionali attribuirebbe il freno alla produttività principalmente alla parte manageriale, il cui compito affidato è quello della buona e corretta gestione delle risorse, umane anzitutto.
Il fattore determinante per l’aumentare di situazione critiche all’interno del contesto lavorativo sarebbe a quanto pare la mancanza di autonomia, e soprattutto il mancato riconoscimento del proprio impegno da parte dei superiori. Per altro, come recenti studi hanno dimostrato, condizioni psicologiche sfavorevoli sul posto di lavoro contribuirebbero ad aumentare notevolmente il numero di assenze e, in sostanza, il livello di inefficienza.
Questo evidenzia chiaramente come spesso la principale causa di stress cronico sul lavoro non sarebbe dunque – solamente – l’eccessivo carico di compiti e di responsabilità, quanto il poco impegno del management nel valorizzare i risultati raggiunti dai propri dipendenti, e il mancato favoreggiamento di un sistema di comunicazione efficace all’interno dell’ambiente di lavoro.
Come fare, dunque, ad affrontare simili situazioni di stress? La psicoterapeuta Daniela Lucini, medico e professore alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano, nel suo libro “Superstress. Come superare la crisi senza che il tuo lavoro ti rovini la salute” (Rizzoli, 18 euro), afferma che, per esempio, in qualsiasi situazione critica è importante non considerare l’evento stressante solo come l’ennesimo fallimento personale o come un risultato mediocre del proprio operato.
L’autocommiserazione non porta mai alcun beneficio, meglio dunque imparare a gestire la situazione a partire dal confronto con colleghi, amici, familiari e consulenti professionisti, iniziando dunque a soppesare responsabilità e alternative, concentrandosi di volta in volta su ciò che è possibile fare, ed imparare a gratificarsi dopo ogni successo – piccolo o grande che sia – anche se questo può non sempre essere visto e riconosciuto da tutti.
Link: LA STAMPA – REPUBBLICA – MARIOCATAROZZO.IT